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Teoria e competenze per infermieri che facciano la differenza

a cura di Vanessa Pierattini

Al via i master in “Strumentazione Chirurgica mini-invasiva e robotica” e in“Nursing Peri-Operatorio Anestesiologico”

competenze


Coniugare formazione teorica e competenze pratiche al fine di formare infermieri che sappiano fare la differenza sia nella strumentazione chirurgica in sale operatorie sempre più tecnologicamente avanzate che nel nursing peri-operatorio anestesiologico. Questa la mission dei master in Strumentazione Chirurgica mini-invasiva e robotica” e in Nursing Peri-Operatorio Anestesiologico, che rientrano nell’offerta formativa post-laurea dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, inaugurati lo scorso 20 marzo presso il Centro studi della Clinica Ruesch di Napoli.

Ad aprire i lavori il professoreassociato di Chirurgia generale Giuseppe Paolo Ferulano, precedente coordinatore scientifico del master, giunto alla quarta edizione, in Strumentazione Chirurgica mini-invasiva e robotica” che offre un percorso formativo completo per strumentisti e assistenti di sala operatoria, gestione e direzione dei blocchi operatori. «Quando abbiamo pensato a questo percorso post-laurea, abbiamo concepito un’idea innovativa per il Meridione. – ha esordito Ferulano – Un master dedicato all’innovazione tecnologica in sala operatoria che espandesse la possibilità di fare tirocinio sul campo, assicurando ai discenti una valida preparazione teorica». Una mission fatta propria dal suo successore Attilio Di Spiezio Sardo, professore associato presso lo stesso ateneo. «Un infermiere strumentista adeguatamente preparato permette di migliorare l’efficacia della chirurgia e di guadagnare tempo.– ha aggiunto il nuovo coordinatore scientifico – Voi discenti dovete mirare al top, a conseguire un know how teorico e pratico che vi consenta, grazie anche al vostro impegno, di fare la differenza in sala operatoria».

Alla sua prima edizione, invece, il master in “Nursing Peri-Operatorio Anestesiologico”mirato alla formazione specialistica dell’acquisizione delle basi teoriche e pratiche delle diverse tecniche di anestesia, per consentire all’infermiere di poter affiancare in modo adeguatamente professionale l’anestesista in preanestesia, sala operatoria e in recovery room. Coordinatore scientifico è il professore Edoardo De Robertis, il quale ha sottolineato che il master nasce dalla considerazione che in Italia non è diffusa la figura dell’infermiere di anestesia, motivo per cui il medico anestesista si trova spesso ad essere affiancato da un infermiere non specifico. «Oggi la tecnologia è fondamentale ed il vostro background, per quanto giovani laureati, non riesce a colmare il gap esistente. – ha aggiunto De Robertis – Questo master si pone l’obiettivo di arricchire il vostro know how teorico e pratico così da formare infermieri anestesisti che possano affiancare il medico nella gestione globale del paziente, considerato come unità».

 

master infermieri

 

Nell’ambito dello spazio dedicato agli interventi dei discenti è stata messa in luce proprio la carenza legislativa, che interessa la Regione Campania, inerente alla presenza delle figure specialistiche proposte dai master, con riferimento, in particolare, all’infermiere anestesista. «Il problema è valorizzare le figure assunte, ma chi vale va avanti. – ha commentato Di Spiezio – Bisogna formarsi, il titolo e le competenze devono fare la differenza».

È stata, poi, presentata la struttura dei master che prevede corsi integrativi aggiuntivi, percorsi di tirocinio personalizzato, focus seminariali e didattici mirati a colmare lacune formative, didattica frontale, esami curriculari successivi ai moduli formativi nell’ambito di un apprendimento continuo. Sono previste, inoltre, elaborazione di tesi sperimentali, attività di stage, partecipazione ad eventi e convegni, una piattaforma di elaborazione della ricerca scientifica. I discenti potranno fare riferimento ad un calendario annuale predefinito e ad un team di supporto costante. «L’acquisizione di competenze sia teoriche che pratiche gioca un ruolo fondamentale per fare la differenza.– ha spiegato il dottore Valerio Salamida, responsabile dell’Ufficio di coordinamento di entrambi i master – Il compito di noi infermieri è studiare, aumentare le nostre competenze, così da crescere come classe in autonomia, responsabilità e padronanza delle competenze stesse. I master, pensati in modo dinamico, vogliono essere una valida occasione per consentire ai discenti di arricchire il proprio background, raggiungendo una preparazione adeguata alla figura che questi percorsi post-laurea intendono formare».

Fondamentale, allora, per valorizzare la figura dell’infermiere sia strumentista che anestesista è il tirocinio sul campo. «Da quest’anno, i progressi che i discenti conseguiranno al tirocinio saranno valutati a metà percorso, così da poter intervenire tempestivamente laddove dovessero emergere delle discrepanze tra gli obiettivi posti e i risultati raggiunti.– ha chiarito Vincenzo Signoriello, responsabile delle attività di tirocinio per entrambi i master – Non bisogna dimenticare che il titolo si valorizza con l’impegno da parte di chi lo consegue, un impegno che, con il tempo, ripagherà chi lo ha profuso».

Nell’ambito dell’incontro è stato letto e firmato da un discente e dal coordinatore scientifico di entrambi i master un documento per ciascun percorso post-laurea, che ha delineato la figura professionale, le competenze e le responsabilità che caratterizzano l’infermiere strumentista e quello anestesista e che è voluto essere simbolo di un’assunzione di responsabilità da parte di tutti coloro che hanno intrapreso il cammino di formazione, perché appare sempre più evidente la necessità di raggiungere livelli di elevata professionalità per competere nel mercato del lavoro.

Vanessa Pierattini

21/05/2018
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